BANCHE Scottati dai subprime, gli americani puntano sull'Italia
di: Matteo Battaglia
Il sistema bancario italiano non teme i mutui subprime. A dirlo sono Citigroup e Merrill Lynch in due report pubblicati pochi giorni fa. Il motivo è semplice: a salvarci è il nostro isolamento. Un sistema poco esposto al mercato dei capitali, ancora fortemente legato al business retail e che si finanzia soprattutto attingendo dai conti correnti dei clienti, mantenendo un basso rapporto prestiti/depositi, vicino al 90%.
Il risultato è che nei portafogli delle nostre banche ci sono pochi strumenti derivati legati ai mutui americani e la crisi di liquidità dovrebbe solo sfiorarle. L’alto tasso di risparmio degli italiani garantisce e garantirà alle aziende di credito tutta la liquidità di cui hanno bisogno.
Uno scenario che se da un lato dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo, dall’altro rimanda alla forza competitiva del nostre banche. Anche su questo argomento Citigroup è ottimista. “Su 10 delle maggiori banche italiane, 7 sono state oggetto di fusione”, e dalle sinergie arriveranno buone sorprese.
Le pagelle di Citigroup...
I titoli preferiti dalla banca d’affari americana sono i big del settore, Unicredit e IntesaSanPaolo, anche se con profili di rischio diversi. Sul primo, Citigroup ribadisce il giudizio buy (comprare) con prezzo obiettivo di 8 euro, il 31% sopra le attuali quotazioni. Unicredit ha circa il 35% dei profitti legati all’Italia, il 25% nell’area del Centro ed Est Europa, mentre il 10% arriva dall’asset management, il 15% dall’investment banking e circa un altro 15% dei profitti saranno il frutto del piano di ristrutturazione delle attività in Germania.
“Il gruppo - si legge ancora nella nota - ha appena acquistato Capitalia, Atf in Kazakhstan e Ukrsotsbank in Ucraina. Nei prossimi mesi le novità arriveranno dal piano di integrazione”. Secondo la banca d’affari americana, Unicredit supererà del 7% i target del 2008 indicati dal management nel pano strategico. E quelle che oggi sono caratteristiche difensive, ovvero l’immaturità del mercato dei capitali italiani e i bassi tassi di prestiti alla clientela in Italia, diventeranno il terreno di crescita del gruppo, spiega la banca d’affari.
Citigroup conferma il giudizio buy anche per Intesa-SanPaolo con un prezzo obiettivo di 6 euro, l’11% in più rispetto alle attuale quotazioni. Secondo la banca d’affari, il gruppo italiano vanta una buona cedola, un forte potenziale di crescita e molto capitale in eccesso. Il gruppo ha circa 3 miliardi di euro da distribuire ai soci, probabilmente con dividendi straordinari nei prossimi due anni.
... e i voti di Merrill Lynch
Questa settimana Merrill Lynch ha inserito Intesa-SanPaolo e Monte dei Paschi nella lista dei 5 titoli bancari preferiti. Su Intesa-SanPaolo , numero uno fra i primi cinque titoli scelti dalla banca, Merrill Lynch ha giudizio buy con un target price di 5,4 euro. Secondo gli analisti americani, nel 2008 Intesa-SanPaolo avrà 3,3 miliardi di capitali in eccesso, può arrivare a distribuire una cedola del 7% e vanta un rapporto prestiti sui depositi del 90%.
La terza banca preferita da Merrill Lynch è Monte dei Paschi , per “la buona esposizione in un mercato difensivo come quello italiano”. Il 90% dei ricavi della banca toscana è legato al settore retail, inoltre gli alti costi (60% i ricavi) lasciano ampie possibilità di miglioramento. Ancora Mps non dovrebbe soffrire di alcuna crisi di liquidità, grazie a un rapporto prestiti/depositi del 99%.
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