martedì, agosto 27, 2013

GARATTINI, IL FESTIVAL DELLA MENTE ED IL MOVIMENTO 5 STELLE

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Le elezioni del febbraio 2013 hanno portato 163 deputati del Movimento 5 Stelle (M5S) in parlamento, con scorno e panico dei partiti tradizionali e dei principali media (giornali, televisioni, editoria), che avevano fatto di tutto per scoraggiare gli italiani dal pensare a tale movimento come a una plausibile opzione elettorale. Dopo le elezioni gli uni e gli altri si sono scatenati per convincere le loro vittime (gli sfortunati cittadini che li seguono) che l'unica, autentica novità democratica apparsa sul panorama politico italiano in mezzo secolo era invece, sotto mentite spoglie, un'accozzaglia del peggio della vecchia politica: qualunquismo, antipolitica, populismo, incompetenza, ipocrisia, piccineria, autoritarismo ecc. E, naturalmente, antidemocrazia, nel più puro stile della sempreverde neolingua orwelliana. Bisogna capirli. Il M5S ha un grave demerito agli occhi dei partiti tradizionali e dei loro cani da guardia: i suoi deputati e rappresentanti locali sono veramente i portavoce del loro elettorato, nel senso che coltivano i rapporti con esso e non smentiscono, una volta eletti, le dichiarazioni pre-elettorali in nome di un fantasioso senso di “responsabilità” politica. La quale consisterebbe, secondo autorevoli commentatori, nella disponibilità a formare quelle alleanze partitiche che in effetti trasformerebbero il M5S in una delle tante vacche che la notte della politica italiana ha reso tutte nere.....

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