di Arnaldo Capezzuto ( 27 febbraio 2014 )
Da domenica il sindaco di Roma Ignazio Marino annuncia che bloccherà la città. Un chiaro ultimatum. Il motivo dell’arrabbiatura dell’inquilino illustre del Campidoglio è il rifiuto del nuovo governo di porre la fiducia sul decreto “Enti locali”, ma che in realtà tradotto si legge “Salva Roma”. Una leggina ad hoc – se va in porto è la seconda – che consentirebbe alla capitale di avere strumenti e denaro fresco per fronteggiare la sua grave crisi economica. Che la coperta sia corta è un dato di fatto. Che il tessuto si sia addirittura sfilacciato è una certezza. Ma ciò che non si comprende, non si capisce, non si spiega è perché il sindaco di Roma può lanciare uno stizzito e indignato ultimatum mentre i primi cittadini delle altre metropoli se solo, informano, che stanno alla banca rotta vengono tacciati di arretratezza amministrativa, cultura assistenziale, inettitudine e incapacità
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