martedì, marzo 24, 2015

Tutele crescenti, ma solo per i padroni

Workers act/Reintegrazione solo in casi residuali, indennità legate all’anzianità, assunzioni a lungo termine scoraggiate. Cosa cambia con il Jobs act

Il legislatore manca di rispetto ai cittadini quando usa in modo improprio le parole, illudendoli che le norme abbiano un significato diverso da quello che hanno effettivamente. 

Facciamo un esempio: il “Contratto a tutele crescenti”, in realtà, non è un contratto, né prevede tutele crescenti per i lavoratori. Si tratta, invece, di un'abrogazione camuffata dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Per la prima volta dal 1970, la tutela così detta “forte” contro il licenziamento illegittimo (consistente nel diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro ingiustamente cessato e/o in un risarcimento del danno dignitoso, fino a 24 mensilità), non si applicherà più ai nuovi assunti a partire dal 7 marzo 2015. L'unica cosa che sarà, quindi, effettivamente crescente nel tempo è il numero di lavoratori esclusi dalla tutela dell'art. 18. Ma forse si intendevano “tutele crescenti per i datori di lavoro”. Allora l'espressione è giusta. ......



http://www.coordinamentorsu.it/doc/altri2015/2015_0320_jobs1.pdf

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