giovedì, gennaio 11, 2007

Energia, litigio Grillo-Bersani

Il perchè chiedetelo all'Amato del 1992 Di Francesco Forte
Su "Il Foglio"

Fra il comico Beppe Grillo e il ministro Pierluigi Bersani si sta svolgendo un duetto - a partire dalla Finanziaria del 2007, approvata con un voto di fiducia su un maxiemendamento di 1.365 commi - sulla politica italiana per le energie rinnovabili, di cui al cosiddetto Cip 6. Il Cip 6 è una delibera del Comitato interministeriale prezzi del 1992 (governo Amato) che ha subito poi varie modifiche, riguardante i prezzi di favore a cui i produttori di energie da fonti rinnovabili e assimilate possono vendere all'Enel (e alle altre imprese elettriche) il loro prodotto.
In parte si tratta di energie nobili e serie come quella idroelettrica o benemerite, colme quelle del vento e del sole. In parte si tratta di energie "sporche" perché, a fianco delle energie rinnovabili il Cip 6 mise quelle "assimilate", in cui rientra una categoriavasta ed eterogenea di casi, come quello degli oli esausti di raffinerie, dei fumi di scarico, degli scarti di lavorazione che vengono bruciati. Imprese come Fiat e Montedison fecero notevoli guadagni producendo energie di risulta, a loro pagate a lauto prezzo.

Nel 1997 l'allora ministro dell'Industria Bersani riordinò la materia, stabilendo i cosiddetti certificati verdi, che le imprese produttrici di elettricità si devono procurare, riguardanti il loro obbligo di impiego di una quota di energie alternative (rinnovabili e assimilate) sul totale della energia da esse prodotta. Ciò ridusse il quantitativo di energie rinnovabili o assimilate che le imprese potevano rifilare all'Enel o alle società elettriche e tolse di mezzo qualcuna delle energie più sporche. Ma ancora nel 2004 il Gestore dei servizi elettrici, ha ritirato 43 terawattora (miliardi di kwh) di energie da "fonti assimilate alle rinnovabili" e solo 13,4 da fonti rinnovabili vere e proprie. Il problema è grosso. Bersani, che resse il dicastero dell'Industria nei governi di centrosinistra 1996-2001 fu accusato di avere favorito le lobby degli industriali, ma il sistema dei certificati aveva comunque favorito il risparmio energetico. Probabilmente una parte la si poteva fare senza costi per lo Stato. Ma il problema è complesso. Con un emendamento alla Finanziaria 2007, la cerchia delle energie che hanno diritto alla sovvenzione è stata ristretta. Ma la norma lascia in essere non solo le produzioni esistenti, che continuano a essere sovvenzionate con il sistema dei buoni verdi (una modifica sarebbe problematica, perché retroattiva), ma anche quelle dei progetti approvati, non operativi.

L'on. Ronchi, capogruppo dei verdi e Grillo gridano allo scandalo, vorrebbero che dal Cip 6 fossero tolte di mezzo tutte le energie non rientranti fra quelle rinnovabili in senso proprio. Il governo ha perciò deliberato il 27 dicembre che farà un decreto legge per correggere l'errore nella Finanziaria appena approvata. E ciò, mi si consenta, è comico per tre ragioni. Primo, questo provvedimento non era materia di Finanziaria, non avendo un effetto sul bilancio, ma solo sul riparto delle somme stanziate per l'energia verde, che rimangono invariate. Secondo, è ridicolo correggere la Finanziaria con un decreto legge appena dopo averla approvata, dichiarando che ci si era sbagliati a chiedere la fiducia su tale testo e a farlo firmare dal capo dello Stato, che, pazientemente, dovrà firmare il decreto correttivo. Terzo, è comico che Ronchi e Grillo vogliano negare la sovvenzione del Cip 6 ai termovalorizzatori, con cui si smaltiscono i rifiuti. Ciò in nome della classificazione per cui i rifiuti non sarebbero energia rinnovabile. Ora vengono spediti dalla Campania in Germania, ove vengono bruciati, con impianti modernissimi, che i verdi tedeschi hanno lanciato, per primi, a Francoforte, quando entrarono nel governo del Land. Inquinano di più i termovalorizzatori o i rifiuti lasciati marcire nelle discariche? Bersani si sta difendendo male. Dovrebbe spiegare cercando di fare una seria politica energetica, che si compone di energie rinnovabili, di diversificazione , di risparmio energetico e di riciclaggio, quattro nozioni diverse, da combinare insieme . Non è facile. Anche perché le lobby ci sono anche per l'energia solare.

Nessun commento: