Il terremoto in Abruzzo è caduto come una tragica conferma della pochezza amministrativa della nostra classe dirigente. Gran parte degli edifici più recenti e in particolare quelli affidati alla gestione pubblica, hanno ceduto di schianto, tragica cartina al tornasole dell'ancora più modesta classe dirigente abruzzese, che negli ultimi anni è passata da uno scandalo all'altro senza colpo ferire e senza che le decine di gravi procedimenti a carico dei dirigenti pubblici abbia smosso nemmeno la parvenza del ricambio. A L'Aquila, capoluogo regionale, gli edifici pubblici hanno reso la misura precisa della corruzione che ha investito la loro costruzione, non uno ha resistito al sisma come avrebbe dovuto.
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