Birmania: questione di business. Da una parte c’è una dittatura di bolsi gerontocrati con le stellette, protetta dalla Cina capitalcomunista febbricitante per le Olimpiadi che la consacreranno definitivamente come superpotenza mondiale. Un regime in affari con l’India (per il gas, così prezioso per l’immane fabbisogno di New Delhi), con Israele che la rimpinza di armi, con multinazionali come la Unocal e la Total (per i gasdotti costruiti o in progettazione passando sulla pelle di etnie dissidenti come i Karen), con la Thailandia (fedele alleato degli Usa) per dighe e impianti idroelettrici. L’embargo americano deciso da Clinton nel 1997 e rinnovato da Bush nel 2003 è un ricatto a metà, più una spada di damocle che non una chiusura netta. Uno strumento di pressione che ha retto fino a oggi, quando la crisi economica ha fatto sollevare la popolazione, in testa dei pacifici bonzi buddisti...
http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=9296
aggiungo questa lettura:
Chiamiamolo comunismo http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=13851
2 commenti:
Ciao Beppe! Passavo...
Carlo
una dittatura è una dittatura.
Rossa, nera, verde, blu, bianca...
Non cambia un cazzo l'ideologia, contano gli uomini. E gli uomini si sa rovinano tutto.
A Cristo l'han messo in croce, peggio di così....
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